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blog | Insegnare a un cobot nuovi trucchetti |
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2 minuti di lettura

Di recente ho scritto per un blog un pezzo sui cobot e sul braccio robotico di Tony Stark, ma, prima che venisse pubblicato, la discussione ha preso un’altra direzione affrontando un tema diverso che mi piacerebbe approfondire in questa occasione. In tutta la serie dedicata a Iron Man, Tony sottolinea costantemente che il braccio articolato cui sta lavorando non funziona, non va bene, al punto da mettergli in testa un cappello da asino e lasciarlo in castigo in un angolo. E questo mi porta a riflettere su un aspetto importante di un cobot: la capacità di apprendimento.

Esiste un legame tra il controllo e la logica di un robot e la sua parte meccanica. Se ci pensate, questo è un elemento che caratterizza anche l’uomo. Mio figlio sta imparando a legarsi le scarpe e sa come farlo; è in grado di seguirmi nei vari passaggi, ma non riesce ancora materialmente a ottenere un buon risultato.  È ancora in fase di elaborazione dell’apprendimento cinestetico. La sua memoria muscolare per sentire, toccare, afferrare e gestire non si è ancora sviluppata.  Per quanto riguarda i robot industriali, nel settore della robotica siamo ancora a questa fase della prima infanzia.  Il che non significa che non ci siano individui intelligenti in grado di mettere insieme i vari elementi, ma non è così semplice come lo fa sembrare Hollywood (Anthony Daniels e Kenny Baker erano due attori in carne ed ossa che interpretavano la parte di robot in Star Wars, ndr). Questi robot di nuova generazione avranno problemi simili a quelli dei nostri figli. Le aziende programmano la parte cerebrale e come agire, inseriscono la decisione logica nei controlli, ma la parte meccanica deve ancora imparare ad apprendere la reazione cinestetica, come avviene negli esseri umani.  

Ad esempio, per prendere dal tavolo una confezione di zucchero, le persone tendono ad applicare alcune tecniche, che di norma prevedono di far scivolare la busta affinché la mano finisca in corrispondenza del lato più corto e possano sollevare l’oggetto. Si tratta di un’operazione semplice per un adulto, ma per un bambino dalle mani piccole si trasforma in un’autentica sfida.  Partendo dal presupposto che il cobot sia in grado di afferrare la confezione di zucchero, con quanta forza la stringe? Userà un altro braccio o utensile per inserire il suo dispositivo di estremità sotto la confezione? Userà un altro braccio o utensile per inserire il suo dispositivo di estremità sotto la confezione?  La sua pinza sarà più grande di una mano umana e così deciderà di afferrare il sacchetto di zucchero dalla parte più larga? Infine, quanta pressione dovrà esercitare per stringerlo? La pressione deve essere sufficiente per sollevare il sacchetto, ma non eccessiva da bucare la carta e spargere lo zucchero ovunque.

cobot teachability thinking Immagino che, come nel caso dei bambini (e degli adulti che apprendono un processo cinestetico), l’insegnamento a un robot si baserà su tentativi ed errori. Il cobot solleverà la confezione di zucchero molte volte. Occorrerà collocarla sul tavolo in posizioni diverse: orizzontale, per la larghezza, in diagonale, in piedi e così via. Una volta che il cobot sarà in grado di afferrare la confezione di zucchero, gli verrà proposto di prendere un nuovo oggetto, ad esempio un’albicocca? Sarà in grado di eseguire l’operazione senza rovinare l’albicocca?  Insegnare a un robot dovrà essere un’attività facile per l’utente finale e il processo di apprendimento per il robot dovrà anche essere rapido. Tutto il lavoro dipende dalla progettazione dei controlli robot insieme ai giunti robotici e alla meccanica per svolgere il lavoro fisico.

Nota a margine - Sono un formatore - i miei studenti saranno diversi nel giro di pochi anni?

 

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